意大利语阅读:小王子(2)
Ho conosciuto molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai
grandi.
Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino.
Ma l’opinione che avevo di loro non è molto migliorata.
Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio
disegno numero uno, che ho sempre conservato.
Cercavo di capire così se era veramente una persona comprensiva.
Ma, chiunque fosse, uomo o donna, mi rispondeva: “È un cappello”.
E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di stelle.
Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte.
E lui era tutto soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.
II
Così ho trascorso la mia vita solo, senza nessuno cui poter parlare, fino a sei anni fa quando
ebbi un incidente col mio aeroplano, nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel
motore, e siccome non avevo con me nè un meccanico, nè dei passeggeri, mi accinsi da solo
a cercare di riparare il guasto.
Era una questione di vita o di morte, perché avevo acqua da bere soltanto per una
settimana.
La prima notte, dormii sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana. Ero più
isolato che un marinaio abbandonato in mezzo all’oceano, su una zattera, dopo un naufragio.
Potete immaginare il mio stupore di essere svegliato all’alba da una strana vocetta: “Mi
disegni, per favore, una pecora?”
“Cosa?”
“Disegnami una pecora”.
Balzai in piedi come fossi stato colpito da un fulmine.
Mi strofinai gli occhi più volte guardandomi attentamente intorno.
E vidi una straordinaria personcina che mi stava esaminando con grande serietà.
Qui potete vedere il miglior ritratto che riuscii a fare di lui, più tardi.
Ma il mio disegno è molto meno affascinante del modello.
La colpa non è mia, però. Con lo scoraggiamento che hanno dato i grandi, quando avevo sei
anni, alla mia carriera di pittore, non ho mai imparato a disegnare altro che serpenti boa dal
di fuori o serpenti boa dal di dentro.
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